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Il pioniere della musica rap, Gill Scott-Heron, colui che è definito l’altra faccia di Bob Dylan, è morto all’ospedale St. Luke’s Hospital di Manhattan, ma le cause sono ancora sconosciute. Dopo aver combattuto a lungo contro il virus dell’HIV di cui era affetto e dopo una lotta contro la tossicodipendenza, all’età di 62 anni, il grande artista se ne è andato per sempre.
La notizia della sua morte è stata diffusa dal suo editore, il quale stava pubblicando l’ultimo capolavoro letterario del cantante, The Last Holidays, che parla del suo ultimo viaggio in Europa durante il quale si era ammalato.
Gill Scott-Heron nasce a Chicago nel 1949, ma vive i suoi primi anni nel Bronx, dove inizia a sentire le differenze tra i neri poveri e l’America ricca. Ed è proprio questo il tema su cui si fondano le sue canzoni, le sue opere letterarie. Il suo primo capolavoro esce nel 1969, The Volture, e nel 1970 arriva il suo primo album Small Talks At 125th & Lennox. Le intenzioni dell’artista sono quelle di denunciare il troppo potere dei bianchi, i quali manipolano l’informazione nascondendo la realtà dei problemi ai neri, lasciandoli nella totale ignoranza per quanto concerne la vita quotidiana. Altra grande opera musicale è The Revolution Will Not Be Televised, in cui critica la superficialità dei mezzi di comunicazione.
Gill Scott-Heron non era un personaggio qualsiasi, era un artista con la A maiuscola, un poeta,un intellettuale, un cantante, un ribelle che voleva la verità e la parità. Ci ha lasciati un grande uomo che non non potrà mai essere dimenticato.
Federica Perrot
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